La fotografia di reportage nasce per documentare un avvenimento: si compone quindi di una gallery di immagini che raccontino i punti più salienti di un evento secondo l’occhio di chi sta fotografando. Per questo motivo è un tipo di fotografia molto personale, emozionale e soprattutto assolutamente non vincolata.
Ovviamente non voglio star qui a tediarvi con cenni storici sulla storia della fotografia, né voglio parlarvi dei più grandi fotografi documentaristi e di reportage, vorrei invece che vi soffermaste su come questo tipo di fotografia si adatti al mondo dei matrimoni.
Quando ho deciso di diventare fotografa di matrimoni in stile reportage, sapevo che era una pratica rischiosa e che probabilmente non tutti l’avrebbero capita o apprezzata. Perché? Presto detto!
In cosa differisce la fotografia di matrimonio classica da quella di reportage?
- difficilmente troverete foto in posa, dietro alla torta o con i parenti
- troverete facilmente invece foto di momenti particolari, a volte emozionanti, che solo un occhio esperto e che sa nascondersi può catturare senza che vengano interrotti e si perda la magia
La fotografia di reportage spesso si sofferma su dettagli, persone in movimento, mani che si stringono, persone che ballano, la fiamma di una candela, un bimbo che guarda sognante la torta o che impaurito dalla navata, guarda concentrato il porta fedi. Essere fotografa di reportage per un matrimonio significa cogliere tutti quei piccoli aspetti di una cerimonia: dall’addobbo particolare alla sontuosità di una chiesa o del panorama, fino alle minuzie: la smorfia, gli sguardi, i tic, quei gesti spontanei che rendono il momento magico e che proprio per questo non possono e non devono essere interrotti o peggio programmati.
Il fotografo di reportage non deve essere presente, non deve farsi notare. Deve nascondersi e guardare con attenzione per cogliere l’attimo da fotografare. Non quello banale dell’abbraccio fuori la chiesa, dello scambio degli anelli, del taglio della torta: ma la lacrima dell’amica commossa, le mani contorte e strette di un papà emozionato, lo sguardo innamorato dello sposo quando la sua futura moglie entra in chiesa e tutti sono lì, che la guardano curiosi.
E credetemi: non è una cosa semplice! Sono attimi che non tornano, o sai coglierli sul momento, con la corretta luce, lo sfondo giusto, la posizione migliore… o puff, scompaiono, e devi aspettare il successivo.
Ma quindi le foto con i parenti sono bandite nella fotografia di reportage?
Ecco perché quando mi chiedono le foto coi parenti, quelle classiche, in posa, un po’ mi sento defraudata del mio lavoro. Perché a distanza di dieci/venti/trenta/cinquanta anni quella foto la guarderete solo per fare la conta di chi c’era e chi no, di chi è morto e di chi è ancora vivo. Le foto che guarderete con tenerezza saranno quelle che racconteranno le emozioni di quel giorno, l’ansia dei preparativi, la gioia dei festeggiamenti.
Quindi per rispondere alla domanda: NO, nella fotografia di reportage non sono previste le foto in posa con i parenti, ma se proprio ci tenete ad averle, ricordatevi di chiederle espressamente al fotografo del matrimonio o se volete allestite un fantastico photoboot di matrimonio!
Tiz